Engage.ch – Il sito nazionale raccoglie gli spunti e le richieste che i giovani vogliono sottoporre ai politici a livello cantonale ma anche federale
\n\n\n\n/ 18.03.2019
di Nicola Mazzi
«Più scuole professionali e più attività ricreative. Soprattutto più posti di lavoro per noi giovani residenti in Ticino»; «Luoghi per organizzare le feste, mezzi pubblici notturni, muri legali per i graffiti»; «In tutti i Comuni e in particolare a Lugano dove vivo io, i ciclisti dovrebbero avere la possibilità di usufruire delle corsie preferenziali dei bus»; «Apertura prolungata delle biblioteche cantonali: più opportunità per i giovani studenti»; «Maggiore coscienza del proprio passato e degli edifici storici». Queste sono solo alcune delle idee arrivate alla piattaforma engage.ch – Che cosa manca in Ticino. Un sito nazionale, declinato per il nostro Cantone, che vuole appunto raccogliere spunti dai ragazzi per inoltrarli ai politici, attraverso il canale privilegiato del Consiglio cantonale dei giovani. Per saperne di più abbiamo sentito la segretaria cantonale del Consiglio: Lara Tarantolo. «L’idea alla base di engage.ch è quella di dare la possibilità ai ragazzi, provenienti da ogni angolo della Svizzera, di inoltrare una richiesta ai politici: siano essi consiglieri nazionali, agli Stati o rappresentanti del Consiglio di Stato. Poi le richieste, a dipendenza della competenza, saranno discusse o a livello federale o a livello cantonale».\n
\n\n\n\nLa piattaforma web facilita sicuramente questo contatto diretto tra i giovani e il mondo politico. «Infatti – aggiunge Tarantolo – per i giovani è un modo veloce e diretto per riuscire a parlare con le istituzioni, senza ostacoli burocratici; una bella opportunità per dialogare direttamente con i nostri rappresentanti e soprattutto per capire che dietro al politico c’è sempre un uomo. Invece, per i politici più giovani (n.d.r. è in particolare a loro che si rivolge la piattaforma engage.ch), si tratta di una sorgente da cui pescare idee innovative e che interessano la vita quotidiana dei ragazzi».\n
\n\n\n\nCome detto tra la piattaforma engage.ch e il Consiglio cantonale dei giovani c’è un legame molto stretto in quanto le proposte inoltrate alla piattaforma online saranno poi discusse dal Consiglio durante alcune giornate ad hoc. Ce lo spiega la stessa segretaria cantonale. «Chi inoltra una richiesta al sito web ha la possibilità di iscriversi alla 19esima edizione del Consiglio cantonale dei giovani. Per poter partecipare il ragazzo deve essere nato tra il 1999 e il 2004 e risiedere in Ticino. Il tema di quest’anno – rileva la nostra interlocutrice – è “Ecosistema giovani” nel quale verranno trattate idee legate ai mezzi pubblici, agli spazi per i giovani, all’ambiente e alla formazione. Un tema scelto appunto tra le richieste inoltrate a engage.ch».\n
\n\n\n\nMa come si svolgerà il tutto? È la stessa Lara Tarantolo a illustrarlo. «In sostanza il Consiglio cantonale dei giovani si svolgerà sull’arco di tre giornate: durante la prima, che si tiene il 30 marzo alla Scuola cantonale di commercio, le richieste arrivate e raggruppate a seconda del tema, saranno discusse con alcuni esperti durante dei mini-dibattiti. Poi i ragazzi cambieranno tavolo di dibattito e si confronteranno con altri esperti su tematiche differenti. In sostanza, nella prima parte della giornata, ci sarà un approfondimento delle conoscenze rispetto ai diversi argomenti, mentre nella seconda parte si selezioneranno le proposte di competenza cantonale e quelle, invece, di ordine federale. E si elaboreranno idee che hanno la possibilità di essere adottate dal Consiglio di Stato oppure dalle Camere federali». Proposte che saranno poi esposte durante la seconda giornata che si terrà il 10 maggio nell’aula del Gran Consiglio, sempre a Bellinzona. In quell’occasione verrà elaborata e votata la risoluzione che sarà presentata alle autorità cantonali, durante la terza e conclusiva giornata che si terrà il 27 settembre. Questo, appunto, per le richieste a livello cantonale. Invece, per quelle federali i giovani, le cui proposte sono state discusse e accettate, si incontreranno con il relativo rappresentante parlamentare a Palazzo federale.\n
\n\n\n\nUn aspetto di engage.ch ha sorpreso gli organizzatori. «Dalle richieste che sono giunte e che stanno arrivando ancora sta emergendo un fatto piuttosto curioso. Infatti si dà per scontato che i ragazzi siano attaccati 24 ore al giorno al telefonino e che siano presenti in modo assiduo sui social. Ed è sicuramente così. Tuttavia i giovani desiderano anche altro e lo abbiamo visto con questa esperienza. Infatti noi abbiamo realizzato sia una campagna social sia una più tradizionale e cartacea. Da un lato abbiamo fatto conoscere la piattaforma online e dato la possibilità di inoltrare le richieste in questo modo, ma d’altro lato abbiamo inviato al loro domicilio le cartoline da ritornarci con le loro idee. E con nostra grande sorpresa sono arrivate molte richieste attraverso questo secondo canale. La vecchia cartolina, sulla quale i ragazzi potevano scrivere un messaggio personale e descrivere quello che ritenevano fosse una lacuna in Ticino, ha avuto molto successo. Per noi è stata davvero una piacevole sorpresa vedere che i giovani cercano comunque il contatto diretto e che non si nascondono sempre dietro uno schermo. Credo che questo sia un segnale importante anche per i politici. Per coinvolgere davvero i ragazzi e motivarli non basta entrare in contatto con loro attraverso i social media, ma occorre conoscerli davvero, parlarci, discutere e dibattere. Ascoltarli a 360 gradi e capire le loro esperienze personali e quello che hanno da dire. Il contatto umano è sempre fondamentale», conclude Lara Tarantolo.\n
\n\n\n\nEcco perché una campagna come engage.ch, che parte in modo virtuale e si appoggia soprattutto all’online, ha poi un importante sviluppo pratico e un contatto diretto tra i politici e i ragazzi durante le tre giornate del Consiglio cantonale dei giovani.
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